IL LIBRO PIÙ AMATO DAL CANONE BUDDISTA
Dhammapada
Il Dhammapada espone, sotto forma di strofe poetiche, i concetti fondamentali del buddhismo antico.
Il titolo dell'opera, composta probabilmente intorno al III secolo a. C., significa "parole di Dharma" dove Dharma è parola derivata da una radice linguistica che significa "sostenere" e indica qualcosa di saldo e stabile: il termine è passato a indicare la legge che sostiene l'universo, tanto la legge fisica quanto la legge morale.
La traduzione presentata in questo volume è stata condotta direttamente sull'originale in lingua pali: si è cercato di mantenerla il più possibile vicina al testo originale, ed è seguita da commenti che spiegano ogni strofa.
Il commento illustra così passo per passo i principi fondamentali del buddhismo primitivo o delle origini, in modo semplice ma rigoroso, con l'intento di guidare il lettore, anche quello digiuno di buddhismo e di dottrine orientali, alla conoscenza dell'insegnamento del Buddha.
Tra storia e leggenda
Gautama Buddha visse nel VI secolo a.C., un'epoca di straordinario fermento intellettuale e spirituale in tutto il mondo antico. All'incirca negli stessi anni in Cina due giganti del pensiero e della coscienza, Lao-Tze e Confucio, danno forma a quelle che resteranno nel corso dei millenni le caratteristiche fondamentali della riflessione filosofica, della cultura, dell'arte e della religione cinese. In Grecia i filosofi presocratici gettano le basi del pensiero filosofico e scientifico di tutto l'Occidente.
APPROFONDISCIIn India ferve una ricerca filosofica e spirituale intensa, con grandi centri di sapere, innumerevoli scuole e accesi dibattiti, e nascono più o meno contemporaneamente in questi anni il buddismo e il jainismo, le altre due grandi religioni indiane oltre all'induismo, che vanta già una storia millenaria.
Nel vasto alveo di quest'ultima religione, a partire più o meno dal 1000 a.C., accanto alla tradizione vedica e braminica, si è andata sviluppando un'importante corrente mistica, che trova espressione nei testi delle Upanishad. Ed è a questo mondo culturale, in particolare al mondo dei 'saggi della foresta' upanishadici, che appartengono i concetti fondamentali di cui Buddha si serve nel suo insegnamento.
In questo senso si può dire che egli sia stato non tanto portatore di una nuova visione, quanto di un approccio esperienziale dotato di una nuova freschezza e universalità, un approccio rivolto a tutti coloro che erano disposti a metterlo in pratica anziché a una ristretta cerchia di asceti e di mistici.
Con il tempo questo seme si svilupperà in un immenso albero dai rami ampiamente diversificati (che vanno, per esempio, dal tantrismo tibetano allo Zen giapponese) e tuttora vitali. Non solo all'ombra di esso vive la propria vita religiosa gran parte dell'Oriente, ma negli ultimi decenni, esso ha incominciato a esercitare un'influenza importante anche su certe frange d'avanguardia della cultura occidentale.
COMPATTA
mi fa piacere che venga fatto un riferimento al grande “Risvegliato” conoscitore delle leggi naturali e grande psicologo per la vita concreta dell’umanità.